Un film sul Jazz dove narrazione e musica sono sempre li a rincorrersi, e non riesci a capire cosa ti inchioda , l’attore o il regista, l’incanto della musica di Charlie Parker o la disperazione della sua vita; ti riesce difficile credere che Eastwood sia stato anche Callaghan, che quel relitto d’uomo abbia sfilato dal suo strumento tanta meraviglia. Ed allora questo film diventa un po come quei funerali di New Orleans : alla fine, ti scappa una felicità tremenda che solo la bellezza della musica può esprimere. Secondo film della rassegna Jazz&Joy